L’Altare maggiore, è composto da tre gradini su cui poggia la mensa formata da un paliotto composto da quattro elementi scolpiti a bassorilievo e tarsie lapidee policrome eseguite con la tecnica del commesso marmoreo; le lapidi ai lati di esso sono decorate a graffito. Anche i tre gradoni che sovrastano la mensa ospitano decorazioni a tarsie. Ai lati, due volute in marmo scolpito, culminano in teste di cherubini che sembrano sorreggerli.
Il tabernacolo al centro è sormontato da un elemento piramidale ansato, ugualmente intarsiato, esso ospita una porticina di metallo dorato. Al culmine, dietro il tabernacolo si distingue un elemento lapideo che ospita l’incastro per un crocefisso (probabile elemento non coevo all’altare).
Si distinguono, marmo di Carrara, affiancato da tarsie di giallo reale, portoro, nero assoluto, rosso Francia languedoc, ed altre tipologie lapide.
L’opera si presenta in un pessimo stato di conservazione.
L’altare appare sostenuto sul retro da una punteggiatura che contrasta i gradoni, i quali sono collassati al centro a causa del cedimento della struttura portante molto degradata che non compie più la sua funzione statica (o di sostegno). Essa è composta in muratura, mattoni, malta, legno e metallo. Si osservano malte solfatate e decoese, mattoni a vista, ed elementi metallici ed aggrappi non più idonei a sostenere la struttura.
La conseguenza, di questo stato precario di conservazione, seppur stabilizzato temporaneamente, è l’impossibilità della fruizione dell’altare da parte dalla Confraternita, sia dal punto di vista funzionale, sia da quello di una corretta lettura formale, storico-artistica del bene, che pur essendo un barocco abbastanza sobrio non manca di essere scolpito ed intarsiato a marmi policromi.
Il dissesto strutturale dell’altare ha portato inevitabilmente anche a quello dei marmi che lo rivestono.
Si osservano numerosi distacchi e slittamenti di materiale rispetto alla sede originaria.
Inoltre, i lapidei di rivestimento, appaiono macchiati, e coperti da una patina alterata. Si distinguono mancanze, distacchi e vecchie integrazioni.
Sono visibili tracce di interventi non aderenti ai metodi di conservazione attuali.
Anche il terzo ordine dei gradoni appare fuori posto. Gli incastri non sembrano essere quelli originari. E’ probabile che esso sia stato ri-assemblato in modo sommario in passato.
Si osserva la presenza di vetrini per il monitoraggio delle fessurazioni applicati ai due lati dei gradoni dell’altare che appaiono intatti.
La Confraternita ha ricevuto autorizzazione da parte degli organi competenti ad intraprendere la complessa opera di restauro, affidandolo allo studio “Il Quadrifoglio“.
Il costo complessivo dell’opera è stato stimato in circa euro 30.000, di cui la Soprintendenza, grazie al valente lavoro del nostro Priore Mario, coprirà il 40%.
Come già accaduto in passato, siamo certi che il buon cuore dei nostri concittadini e dei tanti “amici” della Confraternita ci permetterà di reperire le somme necessarie.
Finalmente la Chiesa di San Pietro ha nuovamente il proprio Altare Maggiore, nonostante il periodo purtroppo avverso ,la Restauratrice con la collaborazione massiccia dei Confratelli è riuscita a consegnarci l’Opera finita.
Un ringraziamento doveroso prima di tutto va ai Confratelli che gratuitamente hanno impiegato tempo e mezzi per collaborare per la buona riuscita del Cantiere ,poi ai tanti che hanno contribuito economicamente a questa importante ricostruzione .
L’opera della Confraternita non si ferma qui, infatti stiamo procedendo alla riqualificazione della Cella Campanaria e ,soprattutto alla riparazione della falda destra del tetto ,causa di notevoli infiltrazioni.